I mercati azionari hanno dimenticato la realtà economica

i prezzi delle azioni sono scesi dall’inizio dell’anno, ma i recenti rialzi hanno confuso gli esperti. . .

L’andamento dei mercati e i dati economici

Investire con successo significa trovare le inefficienze e gli errori nei mercati e aspettare che vengano corretti – e ci potrebbe essere un investitore che si trova di fronte a un’unica persona.

C’è un crescente divario tra l’andamento dei mercati e i dati economici, che indica una recessione di proporzioni storiche.

Un’economia debole porta a meno profitti, un’idea che dovrebbe trascinare i mercati più in basso.

Sì, i prezzi delle azioni sono scesi dall’inizio dell’anno, ma i recenti rialzi hanno confuso gli esperti. Sono tra i gestori di fondi e gli economisti che rimangono incredibilmente pessimisti.

Cerchiamo di analizzare rapidamente ciò che sembra così confuso.

Ci sono due modi per affrontare la questione del perché il mercato azionario è sembrato così impermeabile allo stato del mondo reale.

1° Modo per Affrontare la Questione

Il primo è quello di concentrarsi sulle ragioni tecniche. I mercati azionari sono lungimiranti (quindi i prezzi riflettono ciò che gli investitori pensano accadrà in futuro, piuttosto che adesso), gli investitori sono troppo ottimisti riguardo a un vaccino contro il coronavirus e mostrano i difetti della teoria dei mercati efficienti. Il mercato azionario sta quotando in una massiccia iniezione di denaro gratuito dalla FED, aumentando le aspettative di un ammortizzatore morbido per allontanare la catastrofe.

In effetti è difficile essere d’accordo su questo…

2° Modo per Affrontare la Questione

E il secondo (e più utile) modo per capire il bizzarro e sano mercato azionario: come risultato di una scelta politica. Questa scelta politica è anche una scelta morale. È la scelta di dare o meno valore all’equità. O gli incentivi di tutti nella società sono allineati, o non lo sono. In America, probabilmente non lo sono. Sono l’opposto: le motivazioni di Wall Street si oppongono agli incentivi della maggior parte delle persone, la cui esistenza si riduce a nient’altro che al reddito da lavoro per essere minimizzato il più possibile. Possiamo pensare a questo come a una diga. Quella diga sta proteggendo Wall Street da ciò che sta accadendo partendo dal presupposto che proteggere i mercati finanziari equivale a salvaguardare la gente.

Credo che la trappola per tori abbia raggiunto livelli insostenibili e che prima o poi la diga si romperà lavando via quelli che pensano che la FED (e le altre Banche Centrali) possano comprare tutto quello che serve.
I segnali ci sono e devono essere letti, e l’investitore dovrebbe avere più pazienza che mai nell’assumersi dei rischi in un momento in cui le azioni sono più costose che mai.

Leon Cooperman

Le conseguenze di CoVid19 sono lì per essere viste e misurate e sono lì per essere vissute nella nostra vita personale, e nelle nostre nuove attitudini e nelle nostre scelte comportamentali e nei profitti aziendali a livello globale saranno in media ridotte a causa di normative più severe e di tasse più alte e di una minore propensione al rischio del consumatore medio.

Leon Cooperman ha spiegato in dettaglio almeno 11 motivi per cui è preoccupato per le implicazioni a lungo termine dell’epidemia di coronavirus e non posso che essere d’accordo con lui:

• I recenti stimoli e le protezioni governative senza precedenti possono aver aumentato in modo permanente il ruolo del governo nel mercato, aumentando potenzialmente la sua supervisione normativa.
• Gli Stati Uniti si stanno spostando a sinistra nello spettro politico, una tendenza che probabilmente si tradurrà in un aumento delle tasse.
• I tassi di interesse bassi sono il segno di un’economia malsana, non un indicatore rialzista del mercato azionario.
• Il debito degli Stati Uniti sta crescendo molto più velocemente dell’economia, quindi una percentuale più alta del nostro reddito nazionale dovrà essere destinata al servizio del debito.
• La domanda statunitense sarà probabilmente lenta a riprendersi, dato che gli americani avranno bisogno di qualche forma di vaccinazione e/o prova di immunità per avere accesso ad eventi sportivi, concerti e altri raduni.
• Le imprese dovranno sostenere costi di conformità sostanziali per garantire la sicurezza dei lavoratori.
• Le aziende dovranno emettere una quantità sostanziale di capitale proprio per sostituire il capitale perduto.
• I riacquisti di azioni, e il supporto che hanno fornito all’EPS, sono per lo più esauriti.
• I margini di profitto degli Stati Uniti hanno raggiunto il massimo storico in gennaio, e sono storicamente tornati alla loro media a lungo termine nel tempo.
• Il credito è più economico delle azioni, con obbligazioni ad alto rendimento (escluso il settore dell’energia) che rendono il 7,25% o circa 14 volte i guadagni.
• Se Warren Buffett, il “più grande investitore della mia generazione”, non riesce a trovare azioni da acquistare sul ribasso, “chi sono io per essere audace?

Investire: Consiglia Oliver Camponovo

Non sto suggerendo di non investire in azioni. Raccomando e consiglio, tuttavia, di valutare i rischi prima del rendimento e le singole società che vi piacciono prima degli indici.

Al momento sono tra coloro che non hanno paura di perdersi, perché so che ci sarà molto altro da prendere molto presto.

E a proposito, ve ne siete resi conto?
• molti altri indici sono ai livelli più bassi degli ultimi 20 anni?
• Le azioni dell’Asia sono più economiche di quelle statunitensi?
• Le azioni europee sono più economiche di quelle americane?
• L’argento non è aumentato di valore da quando è iniziata la depressione di Covid?

Disclaimer:

Questa non è una raccomandazione! Le cifre si riferiscono al passato e la performance passata non è un indicatore affidabile dei risultati futuri. Cercate una consulenza finanziaria indipendente! Il presente testo viene diffuso solo a scopo informativo ed educativo. Non viene data alcuna considerazione alle specifiche esigenze di investimento, agli obiettivi o alle tolleranze di alcuno dei destinatari. Inoltre, le effettive posizioni di investimento di chi scrive possono, e spesso lo faranno, variare rispetto alle sue conclusioni qui discusse sulla base di una serie di fattori, come le restrizioni agli investimenti dei clienti, il riequilibrio del portafoglio e i costi delle transazioni, tra gli altri. I destinatari dovrebbero consultare i propri

Grande Depressione 2.0

La recessione di COVID-19 sarà molto più forte
della crisi finanziaria del 2008

pubbicato: 11 aprile 2020

Oliver Camponovo

Dopo 11 anni di ininterrotta accelerazione economica, per il 2020 mi aspettavo di tutto ma non il CoVID-19. Tanti diversi fattori sia endogeni al sistema finanziario globale che esogeni facevano presagire ad un difficile 2020 eventualmente caratterizzato da una recessione.

Il CoVID-19 ha trovato in questo sistema vulnerabile una facile preda per replicarsi e portare il sistema dalle stelle alle stalle, dalla crescita alla depressione 2.0.

Il CoVID-19 di fatto si è sovrapposto ai seguenti elementi critici:

• Asset finanziari relativamente cari,
• La crescente importanza di algoritmi e sistemi matematici nella gestione dei grandi patrimoni,
• L’assenza di efficacia delle banche centrali con tassi di interesse ormai negativi,
• L’allargarsi del divario di ricchezza tra ricchi e poveri e le relative tensioni sociali,
• Le elezioni del 2020,
• La relazione Cina/USA;
• La Crisi Iran/USA.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: Statista

Il virus si è diffuso molto velocemente e ad oggi siamo ad oltre 1.6 milioni di casi accertati. Abbiamo nel mentre imparato nuovi modelli comportamentali tra cui il lockdown ed il social distancing quali misure imposte dai governi per ridurre il tasso R0 e tutti noi siamo diventati dei piccoli Doctor House per tutelare la salute nostra e delle nostre famiglie.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: Worldometer

I consumatori – le sardine – hanno radicalmente cambiato abitudini e la pandemia di CoVID-19 ha completamente modificato i modelli comportamentali dei consumatori a livello planetario. La paura ha preso il sopravvento e quando le persone hanno paura, entrano in modalità di sopravvivenza riducendo i consumi al minimo, spostando a data futura indefinita le grandi spese e gli investimenti innescando una spirale di shock di riduzione della domanda di beni e servizi. Il lockdown invece costringe le aziende a chiudere e ad uno schock di riduzione di offerta di beni e servizi.
Le previsioni sul PIL mondiale scendono giornalmente e quanto ad oggi simulato è ancora troppo ottimista. Personalmente prevedo una discesa globale del PIL del 10% su base annua a livello mondiale.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: Statista

Un dato molto significativo di quanto forte sarà questa depressione è il volume globale di beni venduti a livello mondiale e si prevede che il commercio mondiale diminuirà tra il 13% e il 32% nel 2020, poiché la pandemia COVID 19 perturberà la normale attività economica e la vita in tutto il mondo ed i diversi cicli produttivi su tutte le fasi della catena produttiva e del valore aggiunto.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: WTO

I cicli produttivi e le catene produttive si sono interrotti e rallentate anche per l’effetto domino. La crisi è partita dalla Cina che non risicava a rifornire i suoi clienti finali come anche i produttori globali che utilizzano i diversi semilavorati cinesi, è poi arrivata in Europa che a livello produttivo era già rallentata dalla mancanza di componenti cinesi e così via su Stati Uniti poi ed in ultimo i paesi emergenti che saranno i prossimi ad essere travolti da questa prima ondata di CoVID-19.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: Haver Analytics

E proprio a fronte di quanto sopra sono a ritenere che questa non sarà una recessione ma una depressione e che avrà effetti duraturi per gli anni a venire. Inoltre, questa crisi che sta colpendo le imprese e l’occupazione in tutto il mondo, porterà significativi cambiamenti sociali e politici.

I mercati finanziari, in un primo momento hanno reagito velocità mai vista precedentemente in nessuna delle altre crisi finanziarie degli ultimi 150 anni. Tutto, ogni asset finanziario dalle azioni, ai bonds ai beni tradizionalmente difensivi (oro, argento e BTC) in questa prima fase della crisi finanziaria sono stati penalizzati e hanno fortemente perso di valore.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: WEF

A fronte di questi movimenti mostruosi ed il crescente panico tra gli operatori finanziari e le relative lobby politiche, le banche centrali sono intervenute massicciamente (la FED prima e la BCE dopo) con programmi di Quantitaive Easing e interventi nel mercato Repo.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: Visualcapitalist

Come anche subito sono intervenuti anche i diversi governi con stimoli fiscali importantissimi finanziato con nuovo debito pubblico (come se le diverse nazioni non fossero già sufficientemente indebitate – senza dimenticare il crescente rischio di stagflazione).

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: Statista

Grazie a questi importanti interventi del Whatever it takes sia i bonds (in particolare high yield) che mercato azionario si sono momentaneamente ripresi. Ad esempio, le azioni US hanno recuperato mediamente un 20% dai minimi e gli spread delle obbligazioni High Yield hanno recuperato 300 bps dai massimi 2020.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: FRED

I rischi di questa cura però sono significativi in quanto una volta che i veri effetti della depressione saranno visibili (con defaut importanti e tassi di disoccupazione preoccupanti) un nuovo supporto da parte delle banche centrali dovrà essere esponenzialmente superiore a quanto già fatto (che di fatto è già mostruosamente tanto) con importantissimi rischi di stagflazione (lunghi periodi di inflazione accompagnati da disoccupazione) e rischio di svalutazione della valuta (in particolare USD).

Lo spread quale indicatore del rischio ci fa capire che oggi siamo ben lontani dagli spread High Yield del 2008 (2’200 Bps vs 800 bps oggi). In teoria quindi in un modello di recessione meno importante rispetto a quello di oggi lo spread era 2.5 volte maggiore. Vero però che questa situazione si è verificata anche in un lasso di tempo di 18 mesi e non 4 settimane.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: FRED

Un mio amico mi ha detto inizia a metterti la cintura di sicurezza! Effettivamente ciò che in realtà preoccupa di più è la paura e l’incertezza sintomo di un fenomeno quale il lockdown ed il social distancing che precedentemente non sono mai stati sperimentati se non in caso di guerra. La guerra però distruggeva e obbligava le nazioni ad investire in armi, infrastruttura e spese militari il lockdown invece avvilisce ed impoltronisce una intera generazione.

Gli investitori scommettono che le azioni rimarranno volatili per tutto l’anno, suggerendo che molti si aspettano che l’impatto, sia economico che sulla salute pubblica, a lungo termine della pandemia causata dal nuovo coronavirus, continuerà

a mantenere incertezza nei mercati nonostante il recente rally. Il Cboe Volatility Index VIX (conosciuto come il misuratore di paura di Wall Street) è stato recentemente scambiato a 43,36 mercoledì, da un massimo record di chiusura di 82,69 il 16 marzo con il VIX di lunga data che sono aumentati nel mese di marzo.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: Vix Central

Anche altri indici della paura sono tutti ad indicare un aumento dell’incertezza.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione
Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: World Uncertainty Index

Questa paura infatti nasce dal basso dal popolo che pensa di rimanere, giustamente senza lavoro e con una disoccupazione galoppante nelle nazioni maggiormente toccate in questa fase di CoVID-19. Sintomatica la situazione negli USA che mai prima d’ora avevano avuto picchi di crescita del numero dei disoccupati come quelli delle ultime settimane. The worst has yet to come.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: The Block / FRED

Con tassi di disoccupazione previsti al 32.1% ben superiori a quelli registrati durante la Grade Depressione del 1929.

Oliver Camponovo :: Fatti e statistiche che confrontano il Coronavirus alla Grande Despressione

Source: CBNS

Fino a quando non si capirà meglio quando e come si risolverà la crisi della sanità pubblica di COVID-19, gli economisti non potranno nemmeno cominciare a prevedere la fine della recessione in corso.

Tuttavia, ci sono tutte le ragioni per prevedere che questa recessione sarà molto più profonda e più lunga di quella del 2008. Ogni giorno che passa, la crisi finanziaria globale del 2008 si presenta sempre più come una semplice prova generale della catastrofe economica di oggi. Il crollo a breve termine della produzione globale attualmente in corso sembra già in grado di competere o superare quello di un’eventuale recessione degli ultimi 150 anni.

Anche con gli sforzi a tutto campo delle banche centrali e delle autorità fiscali per attutire il colpo, i mercati finanziari delle economie avanzate sono crollati ed i capitali sono defluiti dai mercati emergenti con molta violenza.

Una profonda recessione economica e una crisi finanziaria sono inevitabili. Le questioni chiave ora sono quanto sarà grave la recessione e quanto durerà.

Finché non sapremo con quanta rapidità e profondità verrà affrontata la sfida della salute pubblica, gli economisti non potranno prevedere la fine di questa crisi. Almeno tanto quanto l’incertezza scientifica sul coronavirus è il rischio socioeconomico su come si comporteranno le persone e i politici nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Dopo tutto, il mondo sta vivendo qualcosa di simile assolutamente nuovo e unico il lockdown globale. Sappiamo che prevarranno la determinazione e la creatività umana. Ma a quale costo?

Momentaneamente i mercati finanziari sembrano essere cautamente fiduciosi che la ripresa sarà rapida, forse a partire dal quarto trimestre di quest’anno e che le misure messe in atto dai governi possano portare velocemente ad una positiva situazione almeno per l’economia. Molti commentatori indicano l’esperienza della Cina come un incoraggiante messaggero di ciò che attende il resto del mondo.

Personalmente però non ritengo corretta questa interpretazione. L’occupazione in Cina ha avuto una certa ripresa, ma non è ancora chiaro quando tornerà a livelli vicini a quelli precedenti a CoVID-19 inoltre non è neppure esclusa una seconda ondata di CoVID-19 e quindi un eventuale secondo lockdown che avrebbe effetti devastanti in ambito di tolleranza alle privazioni da parte della popolazione (mai prima abituata a soffrire nei paesi G20 e mai confrontata ad altre situazioni di privazione).

Inoltre, anche se la produzione cinese si riprende completamente, chi acquisterà queste merci quando il resto dell’economia globale sta solo iniziando la fase di lockdown già vissuto in Cina?

Per quanto riguarda l’Italia (l’Europa), ritornare al 50% della capacità produttiva (dello stato di precedente normalità) sembra un sogno molto lontano con tante incognite e problemi difficili sulla strada ancora da risolvere.

Tutte le nazioni aa parte la Cina (ed alcune altre nazioni asiatiche) hanno miseramente fallito nel contenere l’epidemia e sarà estremamente difficile tornare alla normalità economica fino a quando non sarà ampiamente disponibile un vaccino, che potrebbe essere a un anno o più.

Per ora, i mercati sembrano essere confortati dai massicci programmi di stimolo, che sono stati necessari per proteggere i lavoratori e prevenire un tracollo ancora più violento del mercato. Eppure, è già chiaro che molto di più dovrà essere fatto e che questi primi stimoli non potranno contenere i danni di medio termine che porteranno tantissime aziende a fallire e la disoccupazione ad esplodere.

Questa situazione a differenza delle precedenti crisi vissute negli ultimi 80 anni non è solo un panico finanziario che potrebbe essere curato da una massiccia iniezione di stimoli alla domanda del governo, oggi purtroppo la situazione è ben più complessa e grave, il mondo sta vivendo la pandemia più grave dall’epidemia di influenza del 1918-20 combinata ad una serie di ulteriori elementi di finanza similari a quelli che portarono alla Grande Depressione del 1929.

Fino a quando la crisi sanitaria non sarà risolta, la situazione economica apparirà estremamente triste. E anche dopo una ripresa economica, i danni alle imprese e ai mercati del debito avranno effetti persistenti, soprattutto se si considera che il debito globale era già a livelli record prima dell’inizio della crisi. Motivo per cui le stime degli analisti sugli utili aziendali sono ancora traviati da troppo ottimismo e modelli di analisi fuorviati da anni di benessere e nessuna conoscenza e possibilità di modelling dei nuovi modelli al consumo di cittadini impauriti ed impoveriti.

Sicuramente i governi e le banche centrali si sono spostati in ampie fasce del settore finanziario in un modo che sembra quasi cinese nella sua completezza; e hanno la potenza di fuoco per fare molto di più se necessario. Il problema, però, è che stiamo vivendo non solo uno shock della domanda, ma anche un massiccio shock dell’offerta. Sostenere la domanda può contribuire ad appiattire la curva di contagio aiutando le persone a rimanere bloccate, ma c’è un limite a quanto può aiutare l’economia se, diciamo, il 30% della forza lavoro è in autoisolamento per gran parte dei prossimi due anni.

Inoltre, per i mercati finanziari tutte le trappole già presenti sul mercato prima del CoVID-19 sono tutte ancora aperte con l’aggiunta quindi di questa situazione nuova ed assurda. Penso alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, ma anche a quelle tra Cina e Stati uniti come anche alle problematiche interne all’Europa che già nel 2008 aveva fallito miseramente l’esercizio di autosupporto e che nuovamente con il programma MES e la non emissione di Coronabond che avrebbero spalmato il rischio di credito su tutta l’Unione Europea. Il mondo sarà ancora più complesso e dobbiamo navigare purtroppo ancora a vista.

In ultimo, non ho nemmeno accennato alla profonda incertezza politica che può scatenare una depressione globale. Dato che la crisi finanziaria del 2008 ha prodotto una profonda paralisi politica e ha alimentato un raccolto di leader populisti anti- tecnocratici, possiamo aspettarci che le turbolenze di COVID-19 portino a sconvolgimenti ancora più estremi. Ricordo che la fine della Grande Depressione coincise con la Seconda guerra mondiale.

Certo, si possono immaginare scenari più ottimistici:

• Con test approfonditi, potremmo determinare chi è malato, chi è sano e chi è già immune e quindi in grado di tornare al lavoro. Una tale conoscenza sarebbe inestimabile. Ma, ancora una volta, a causa di diversi livelli di cattiva gestione e di priorità sbagliate che risalgono a molti anni fa, gli Stati Uniti, Europa e tutte le nazioni del G20 sono tristemente a corto di capacità di test adeguati.

• Anche senza un vaccino, l’economia potrebbe tornare alla normalità in tempi relativamente brevi se si riuscisse ad attuare rapidamente trattamenti efficaci. Ma, in assenza di test diffusi e di un chiaro senso di ciò che costituirà la “normalità” in un paio d’anni, sarà difficile convincere le imprese a investire e ad assumere, soprattutto quando si prevede un aumento delle tasse quando tutto sarà finito.

Si tratta di prospettive non rosee motivo per cui i movimenti iniziali degli indicatori economici al ribasso sono solo un primo movimento di una grande discesa che dobbiamo ancora percorrere nella sua durezza e lunghezza.

A livello pratico attualmente le nostre previsioni sono le seguenti:

1. L’inflazione a livello globale non crescerà in fretta e quindi possiamo aspettarci ancora per un determinato periodo tassi bassi. In un secondo momento è possibile però che l’inflazione possa crescere.

2. significativamente sia contro CHF che EUR e le valute emergenti in particolare RUB, MNX e INR potrebbero in un medio termine beneficiare di una più veloce ripresa economica.

3. CHF potrebbe rafforzarsi significativamente sia contro EUR che USD nonostante gli sforzi della BNS di mantenere un cambio stabile almeno contro EUR

4. I credit spread dalle BBB ai junk bonds dovrebbero prima stabilizzarsi a seguito del Quantitative Easing per poi salire successivamente per un periodo di almeno 12 mesi.

5. Le azioni globalmente non stanno ancora scontando la crisi di domanda e offerta che il social distancing genererà (senza contare il cambio alla propensione al consumo che ci sarà con uno spostamento della spesa non necessaria). Una entrata graduale deve essere compensata opportunità adeguate a nostro avviso questo avverrà solo quando dai livelli attuali il mercato avrà scontato un ulteriore per dita tra il 20 ed il 30%. Un’entrata facile si potrà fare con ETF ma anche su titoli di qualità che si sposteranno solo ad effetto del beta. I settori più interessanti sono quelli dell’infrastruttura che potranno beneficiare di investimenti diretti da parte dei governi atti a generare lavoro e ridurre la disoccupazione (un New Deal 2.0 alla Rooswelt a livello globale). Ci piacciono anche aziende ricche di cash e aziende capaci di generare tanto cash che possono in questo momento fare acquisizioni a basi prezzi e crescere in modo esogeno.

6. Sempre per le azioni riteniamo che alcune aree geografiche del mondo possano beneficiare maggiormente di altre della futura ripresa economica e tra queste in particolare .

7. Per quanto attiene le in quanto subito dopo le crisi l’argento ha generalmente sovraperformato l’oro. Troviamo interessante l’entrata indiretta a leva usando opzioni call senza investire troppo e beneficiando eventualmente anche di un aumento di volatilità.

8. In ultimo potrebbe essere anche interessante per chi non ne ha un minimo di diversificazione in crptomonete che possono essere un buon hedge quando le monete nazionali andranno a svalutarsi tra queste come sempre il BTC ma anche il BCH sonio interessanti.

Disclaimer:
Questa non è una raccomandazione! Le cifre si riferiscono al rendimento passato, pertanto non si tratta di un indicatore affidabile di risultati futuri. Cerca una consulenza finanziaria indipendente! Questo testo è distribuito solo a scopo informativo e didattico. Non vengono prese in considerazione le esigenze specifiche di investimento, gli obiettivi o le tolleranze di nessuno dei destinatari.
Inoltre, le posizioni di investimento effettive dello scrittore possono, e spesso varieranno, dalle sue conclusioni discusse qui sulla base di una serie di fattori, quali restrizioni agli investimenti dei clienti, ribilanciamento del portafoglio e costi di transazione.
I destinatari devono consultare i propri consulenti, inclusi i consulenti fiscali, prima di prendere qualsiasi decisione di investimento. La presente relazione non costituisce un’offerta di vendita o una sollecitazione di un’offerta di acquisto dei titoli o di altri strumenti citati.

Coronavirus e Macroeconomia

Coronavirus e Macroeconomia: Parla Oliver Camponovo

CONVID-19 Dalla Teoria alla Pratica

pubblicato: 06 marzo 2020

La diffusione dei casi di coronavirus in Asia e in Europa la settimana scorsa ha sconvolto i mercati finanziari e ha portato ad una speculazione ingente sulla crescita del PIL mondiale e sul potenziale impatto di una pandemia globale.

Ogni tipo di previsione è molto difficile (se non impossibile) ma sappiamo che l’impatto sarà sicuramente forte.

Tralasciando le difficoltà previsionali, ha invece molto più senso pensare ai canali attraverso i quali la diffusione del virus avrà un impatto sulla crescita economica e, sulla base di questi, identificare i paesi e i settori che appaiono più vulnerabili.

Coronavirus e Macroeconomia: Parla Oliver Camponovo

La crisi economica del Coronavirus: Parla Oliver Camponovo

La prossima Grande Depressione?

pubblicato: 23 marzo 2020

In Europa e negli Stati Uniti, il danno totale delle chiusure e fallimenti dovrebbe diventare evidente in aprile, quando cominceranno ad arrivare i numeri della disoccupazione totale. Solo per gli Stati Uniti, le previsioni degli economisti stimano da cinquecento mila a cinque milioni di nuovi disoccupati nei prossimi 6 mesi.

La pandemia di coronavirus potrebbe rivelarsi la peggiore calamità economica che abbia mai colpito il mondo economico moderno.

I tentativi di fermare la diffusione del virus hanno portato a uno stato di emergenza globale, con chiusure di massa di attività (volontarie o meno) in tutto il mondo.

La crisi economica del Coronavirus – Parla Oliver Camponovo

Niente Paura: Parla Oliver Camponovo

Alla base della strategia di investimento non ci deve essere la paura

pubblicato: 17 marzo 2020

Mentre vi trasmetterò i miei pensieri, voglio sottolineare che anche se avevo ragione e sono stato in grado di anticipare le cose più importanti che accadono sui mercati, tuttavia, non sono stato in grado di trarre vantaggio da questa situazione in modo importante, ma solo di non perdere soldi in questa prima fase della pandemia che ha contagiato i mercati finanziari.

Il coronavirus ed i relativi shock economici nelle ultime settimane hanno turbato non solo l’armonia delle persone ma anche i mercati finanziari con tutti gli indicatori e benchmark nei vari mercati e settori della finanza in stress e allarme e con perdite significative sugli asset finanziari.

Niente Paura: Parla Oliver Camponovo

La blockchain a supporto dell’ambiente & riciclaggio

nuove politiche e meccanismi per il riciclaggio nelle smart cities e nello smart world

Al momento unicamente i Paesi sviluppati hanno sviluppato delle politiche di riciclaggio, mentre il resto del mondo ha purtroppo sistemi inadeguati . . .

I rifiuti e l’inquinamento ambientale

Ogni anno vengono immessi sul mercato 3,5 trilioni di prodotti in materie plastiche, che contribuiscono all’inquinamento ambientale: infatti, quasi 2,2 miliardi di tonnellate di materia plastica finisce nei fiumi e nei mari del mondo! Si pensi inoltre che il 90,5% della plastica prodotta non è mai stata riciclata, e si calcola che entro il 2050 il mondo avrà circa 12 miliardi di tonnellate di rifiuti plastici.

Senza una chiara visibilità e tracciabilità sulla produzione delle materie plastiche e del loro riciclaggio è e sarà impossibile controllare l’inquinamento non solo su scala internazionale, ma anche semplicemente su scala locale. Sono quindi necessarie politiche e procedure di tracciabilità e responsabilizzazione, per creare consapevolezza nella popolazione, sia della situazione che dei progressi fatti.

In un contesto in cui la gestione dei rifiuti ha raggiunto situazioni critiche, le nuove tecnologie devono essere sfruttate per creare un cambiamento.

La blockchain è emersa come soluzione per tracciare e rendere immutabili e non falsificabili i dati e per far rispettare le politiche, monitorare i fondi e le donazioni, fornendo un sistema di ricompense efficiente e trasparente.

Nei prossimi paragrafi illustrerò alcune delle iniziative più significative in questo ambito.

Premiare il riciclaggio

Annualmente a livello globale vengono prodotti 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, ed è prevedibile che continuino ad aumentare.

Sfortunatamente, al momento unicamente i Paesi sviluppati hanno sviluppato delle politiche di riciclaggio, mentre il resto del mondo ha purtroppo sistemi inadeguati, oppure sceglie la strada dell’indifferenza o dell’inedia, evitando di prendere decisioni in tale direzione.
Al fine di incentivare il riciclaggio attraverso la blockchain si possono sviluppare modelli e iniziative che attraverso il tracciamento del riciclato premiano i partecipanti, dando quindi un valore tangibile alla materia plastica e/o all’attività di riciclaggio.

La capacità di implementare queste iniziative, soprattutto in Paesi con profonde disuguaglianze socioeconomiche, potrebbe offrire un forte incentivo a riciclare i rifiuti attraverso un mezzo di reddito affidabile e facilmente accessibile.

Tuttavia, non bisogna mai abbassare la guardia: l’ambiente (come tante altre iniziative senza scopo di lucro) viene spesso utilizzato come terreno per le truffe, perpetrate spesso utilizzando i fondi in modo illecito. La blockchain garantisce la trasparenza ai donatori, attraverso un corretto utilizzo dei fondi.

Alcuni esempi di progetti

Alcuni esempi tangibili di questi progetti sono:

Agora Tech Lab:

mira ad aiutare le città, a creare quadri di gestione partecipativa dei rifiuti. Utilizzando la nostra tecnologia all’avanguardia, gli abitanti delle città possono essere facilmente compensati per il loro contributo alla società in cambio di un gettone locale che può essere scambiato con servizi governativi;

Plastic Bank:

un’azienda che incentiva il riciclaggio e la raccolta della plastica attraverso la blockchain, incentivandola dando ai partecipanti PlasticBank Digital Tokens;

Litterati:

un’applicazione che permette all’utente di condividere immagini geolocalizzate dei rifiuti. Inoltre, tramite un’etichettatura che descriva che tipo di rifiuti sono, il loro sistema di intelligenza artificiale continua a essere implementato. Anche se non esiste un sistema di ricompensa, gli utenti possono invitare o sfidare gli altri. È un modo interattivo per motivare la collaborazione e aiutare a mantenere pulito il quartiere, la strada, la scuola o la città. Secondo quanto riferito, l’uso dell’app ha fatto sì che le istituzioni pubbliche passino dalla plastica agli imballaggi di carta;

Empower:

una start-up norvegese che utilizza un sistema basato sulla blockchain per dare un valore ai rifiuti di plastica. Si propone di tracciare e fare inventari digitali per garantire che la maggior parte di essi venga riutilizzata o riciclata. Attraverso punti di raccolta in tutto il mondo, vengono dati premi finanziari in cambio di un deposito di plastica, che viene poi registrato digitalmente. Attualmente sono disponibili in 15 Paesi;

GiveTrack:

si sforza di offrire un reporting trasparente e in tempo reale sui numeri e gli obiettivi della raccolta fondi. Creato nel 2015, GiveTrack è il progetto di punta di BitGive: la sua missione è quella di sfruttare la tecnologia blockchain per rivoluzionare la filantropia;

Circularise:

una start-up olandese che monitora il riciclaggio, in un settore che va oltre le donazioni, ma che richiede comunque responsabilità. I suoi creatori hanno creato una soluzione a catena di blocco che fornisce un prezzo accurato per il materiale riciclato e indica il numero di volte in cui un prodotto è stato sottoposto al processo di riciclaggio in precedenza. Per esempio, possono informare i marchi che utilizzano tessuti e plastiche riciclate sui contenuti che devono utilizzare, fornendo trasparenza sulla catena di fornitura, incoraggiano le aziende ad adottare un’economia circolare;

WePower:

ha collaborato con il governo per utilizzare blockchain per il risparmio energetico. La blockchain può anche essere utilizzata per monitorare le emissioni e fornire un quadro di fiducia per i trattati e l’applicazione della legge. Può anche fornire visibilità agli investitori finanziari, incoraggiare la responsabilità nella gestione dei rifiuti e stimolare progetti su scala micro e macro. Questa società è operativa in Estonia.

In conclusione:

La blockchain può essere lo strumento fondamentale nella lotta per salvare l’ambiente?

La capacità di tracciare i rifiuti e la gestione trasparente di tutti i processi, dal finanziamento alla logistica dei rifiuti, e il modo in cui vengono smaltiti e riciclati, è uno dei metodi principali per attuare un cambiamento culturale verso società più rispettose dell’ambiente in tutto il mondo. Come abbiamo appena visto, l’uso della tecnologia blockchain può essere trasversale, dal tracciamento delle abitudini di smaltimento dei rifiuti, alla promozione di pratiche di riciclaggio con sistemi di ricompensa, alla creazione di un’identificazione per la plastica. L’obiettivo è quello di implementare iniziative locali e globali che, insieme, possano fare la differenza. Le nuove tecnologie mantengono promesse nel settore ambientale, ma devono essere accompagnate dal comportamento dei consumatori e dai cambiamenti del modello economico di business.

Investimenti ed il Fattore ESG

È chiaro che la responsabilità sociale è un tema di attualitá a qualsiasi livello . . . è un argomento che si dovrebbe affrontare all’interno della propria organizzazione.

Domande da Considerare sui vostri Investimenti

Confidereste in un’azienda che non ha a cuore il benessere dei dipendenti, la parità di genere o le politiche retributive eque? Investireste in un’azienda chimica che non compie alcuno sforzo per mitigare il suo impatto ambientale?

Negli ultimi anni c’è stata una crescente attenzione a temi legati all’ambiente e ai diritti umani, che ha portato ad un radicale cambiamento anche nel mercato finanziario e degli investimenti.

Alle imprese viene chiesto di farsi sempre piú carico del loro “impatto” e di renderlo il più positivo possibile, arrivando al punto, da parte degli investitori, di valutare le organizzazioni non solo in base alle performance finanziarie ma anche in base a criteri non finanziari e al modo di gestire i relativi rischi e le opportunità.

Inoltre la maggiore sensibilitá a questo tema si riscontra nei Millennials e nella Generazione Z al punto che alcuni analisti finanziari e gestori di investimenti offrono delle linee di advisory o investimento dedicate proprio a questi fattori.

Ma che cos’è un investimento ESG?

ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance.
L’investimento socialmente responsabile risale agli anni ’60, quando gli investitori iniziarono ad evitare aziende con fattori reputazionali negativi (e.g. società coinvolte nel regime dell’apartheid sudafricano). Da allora é stato fatto molto e nel 2015 le Nazioni Unite hanno ufficialmente stabilito 17 Obiettivi Universali di Sviluppo Sostenibile.
Gli investitori stanno applicando sempre più spesso questi fattori non finanziari come parte del loro processo di analisi e selezione degli investimenti e, se pur le metriche ESG non siano obbligatorie in ambito di reporting, sempre più aziende pubblicano dati specifici sui fattori ESG.

ESG verso SRI

L’investimento ESG è nato dalle filosofie Socially Responsible Investing (SRI) pur essendoci differenze fondamentali.
I SRI utilizzano tipicamente giudizi di valore e screening negativi per decidere in quali società investire mentre l’investimento ESG cerca di trovare valore positivo nelle aziende che applicano i principi socialmente responsabili.
L’SRI filtra ed esclude dai portafoglii le aziende che non soddisfano determinati criteri mentre l’ESG opta per le realtá definite “impact” in base alle tre relative aree:

• i fattori ambientali (Environment), si riferiscono al comportamento dell’azienda su questioni legate all’esaurimento delle risorse, al cambiamento climatico, ai rifiuti e l’inquinamento.
• i fattori sociali (Social), sono correlati al trattamento dell’azienda per quanto riguarda le persone, i lavoratori e le comunità locali, comprese le questioni di salute e sicurezza.
• i fattori di governo (Governance), si riferiscono alla governance e alle politiche aziendali, tra cui la strategia fiscale, la corruzione, la struttura, la retribuzione.

Perché integrare il fattore ESG nel proprio modello di business

È chiaro che la responsabilità sociale è un tema di attualitá a qualsiasi livello (finanziario, normativo, etc.) e, a prescindere dai requisiti di legge, è un argomento che si dovrebbe affrontare all’interno della propria organizzazione.

Poiché molti investitori stanno incorporando fattori ESG nel processo di investimento, l’integrazione di elementi di sostenibilità nella vostra strategia può sicuramente avere un impatto sulle vostre entrate.

Ciò richiede un cambiamento di mentalità: l’ESG deve essere considerato un investimento piuttosto che un costo perché permette di ottenere diversi benefici, tra cui una maggiore fiducia nel mercato ed una migliore reputazione.

Ma il fattore ESG genera un eccesso di rendimento per gli investitori?

Non è possibile diventare dei campioni ESG nel giro di una notte

Ci vuole tempo per accrescere la relativa cultura e creare un team dedicato ad investire in iniziative a lungo termine per guidare la creazione di valore condiviso.

Le organizzazioni ESG cercano di evitare il pensiero a breve termine e a basso costo.

Al contrario, immaginano la causa e l’effetto delle azioni aziendali e colgono le opportunità di creazione di valore incentrate sugli stakeholder, evitando i rischi legati agli stakeholder stessi. Gli azionisti continuano a prosperare anche se non a spese dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, della comunità o del pianeta – e di solito su un orizzonte temporale più lungo.

Pertanto, anche gli studi che analizzano i fattori ESG nell’analisi di una eventuale sovra o sottoperformance fanno fatica a cogliere tutti gli aspetti di questa nuova filosofia aziendale e sicuramente in tanti casi il valore aggiunto di una cultura ESG non è ancora riflessa nel valore delle azioni.

Ad oggi non tutte le analisi e pubblicazioni scientifiche supportano l’idea che i fattori ESG portino sempre a migliori rendimenti azionari. Ci sono molte variabili in gioco, tra cui elementi semplici come il tempo ed il fatto che non tutti gli operatori di borsa sono buoni operatori di borsa.

Tuttavia, una quantità significativa di ricerche suggerisce una correlazione positiva tra le aziende che fanno bene e le aziende che fanno bene finanziariamente – e per estensione, fanno bene agli azionisti.

Al contempo non vi è neppure un singolo studio che prova invece il contrario.

Quindi, se i fattori ESG probabilmente sono positivi e, come minimo, non danneggiano la performance aziendale, perché allora gli investitori non dovrebbero voler investire in aziende che cercano di rendere il mondo un posto migliore?

The blockchain to support the environment & recycling

new policies and mechanisms for recycling in "smart cities" & the "smart world"

At the moment only developed countries have enacted recycling policies, while the rest of the world unfortunately has inadequate systems. . . . . .

Waste and Environmental Pollution

Every year 3.5 trillion plastic products are put on the market, which contribute to environmental pollution: in fact, almost 2.2 billion tons of plastic ends up in the world’s rivers and seas! Just think that 90.5% of the plastic produced has never been recycled, and it is estimated that by 2050 the world will have around 12 billion tonnes of plastic waste.

Without clear visibility and traceability of plastic production and recycling it is, and will be, impossible to control pollution not only on an international scale, but also simply on a local scale. Traceability and accountability policies and procedures are therefore needed to create awareness among the population, both of the situation and of the progress made.

In a context where waste management has reached critical situations, new technologies must be used to create change.

The blockchain has emerged as a solution to trace and make data unchangeable and unalterable, and to enforce policies, monitor funds and donations, providing an efficient and transparent reward system.

In the following paragraphs I will outline some of the most significant initiatives in this area.

Rewarding Money Laundering

Globally, 1.3 billion tonnes of waste is produced annually and is expected to continue to increase.

Unfortunately, at the moment only developed countries have developed recycling policies, while the rest of the world unfortunately has inadequate systems, or chooses the path of indifference or starvation and avoids making decisions in that direction.

In order to encourage recycling by using blockchain, models and initiatives can be developed that through the tracking of “recycle” reward participants, thus giving a tangible value to the plastic material and/or recycling activity.

The ability to implement these initiatives, especially in countries with deep socio-economic inequalities, could provide a strong incentive to recycle waste through a reliable and easily accessible means of income.

However, one should never lower one’s guard: the environment (like many other non-profit initiatives) is often used as a breeding ground for fraud, often using funds illegally. The blockchain ensures transparency for donors through the correct use of funds.

Some examples of projects

Some tangible examples of these projects are:

• Agora Tech Lab:

aims to help cities, to create participatory waste management frameworks. Using our state-of-the-art technology, city dwellers can easily be compensated for their contribution to society in exchange for a local token that can be exchanged for government services;

• Plastic Bank:

a company offers incentives for recycling and collection of plastics through the blockchain by giving Plastic Bank Digital Tokens participants;

• Litterati:

an application that allows the user to share geolocalized images of waste. In addition, through labelling describing what kind of waste they are, their artificial intelligence system continues to be implemented. Although there is no reward system, users can invite or challenge others. It is an interactive way to motivate collaboration and help keep the neighbourhood, street, school or city clean. Reportedly, the use of the app has caused public institutions to move from plastic to paper packaging;

• Empower:

a Norwegian start-up that uses a blockchain-based system to value plastic waste. It is proposed to track and make digital inventories to ensure that most of it is reused or recycled. Through collection points around the world, financial rewards are given in exchange for a plastic deposit, which is then digitally recorded. They are currently available in 15 countries;

• GiveTrack:

strives to provide transparent, real-time reporting on fundraising numbers and targets. Created in 2015, GiveTrack is BitGive’s flagship project: its mission is to leverage blockchain technology to revolutionize philanthropy;

• Circularise:

a Dutch start-up that monitors recycling, in an industry that goes beyond donations, but still requires responsibility. Its creators have designed a block chain solution that provides an accurate price for recycled material and indicates the number of times a product has gone through the recycling process before. For example, they can inform brands using recycled fabrics and plastics about the content they need to use, providing transparency in the supply chain and encouraging companies to adopt a circular economy;

• WePower:

has worked with governments to use blockchain for energy savings. The blockchain can also be used to monitor emissions and provide a trusted framework for treaties and law enforcement. In addition, it can provide visibility to financial investors, encourage responsibility in waste management and stimulate micro and macro-scale projects. This company is operational in Estonia.

In conclusion:

Can the blockchain be the key tool in the fight to save the environment?

The ability to track waste and the transparent management of all processes, from financing to waste logistics, and the way in which waste is disposed of and recycled, is one of the main ways to bring about a cultural change towards more environmentally friendly societies around the world. As we have just seen, the use of blockchain technology can be cross-cutting, from tracking waste disposal habits, promoting recycling practices with reward systems, to creating plastic identification. The goal is to implement local and global initiatives that together can make a difference. New technologies deliver on promises in the environmental sector, but they must be accompanied by consumer behaviour and changes in the economic business model.